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EDITORIALI di Mdl

Semplicemente quando mi va scrivo delle mie riflessioni su mercati, politica, societá ed affini.

Bitcoin come il Punk?

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Ho la febbre a 39. Dovrei starmene a letto, ma proprio non ci riesco. Quando la mente corre, anche il corpo stanco non si arrende. E oggi corre verso una domanda che da parecchio tempo continuo a ripetermi : che fine ha fatto lo spirito originale di Bitcoin? Ricordo benissimo il momento in cui ho scoperto il whitepaper. Cā€™era qualcosa di profondamente affascinante, quasi poetico, in quellā€™idea di denaro libero, senza permessi, senza governi, senza banche centrali. Un sistema creato non per migliorare il mondo che giĆ  cā€™era, ma per immaginarne uno totalmente nuovo. E quel messaggio inciso nel primo blocco, sembrava una dichiarazione dā€™intenti: ā€œThe Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks.ā€ Bitcoin nasceva cosƬ, come risposta a una crisi, come alternativa a un mondo che aveva perso fiducia. Per molti di noi era qualcosa di piĆ¹ di un esperimento tecnologico: era una presa di posizione, una forma di indipendenza, un modo per sottrarsi alle logiche del potere finanziario. Come siamo arrivati fin qui? Una breve cronistoria 2009ā€“2016 Bitcoin era ancora un oggetto misterioso. Una tecnologia di nicchia, usata da pochi e capita da ancora meno. Completamente scollegata dai mercati tradizionali. 2017ā€“2019 Con il primo boom di prezzo, arrivano i media e i primi investitori curiosi. Ma lā€™anima ribelle regge: il legame con Wall Street ĆØ ancora debole. 2020ā€“2021 Lā€™adozione istituzionale cambia tutto. Aziende come Tesla e fondi come Grayscale iniziano ad accumulare Bitcoin. E da lƬ, lentamente, comincia ad allinearsi ai movimenti del Nasdaq e dei mercati azionari. 2022ā€“2024 Bitcoin viene trattato sempre piĆ¹ come un asset tecnologico. I suoi movimenti rispecchiano le decisioni della Fed e lā€™umore degli investitori globali. 2025 Secondo K33 Research, la correlazione tra Bitcoin e Nasdaq ha raggiunto 0,64 ā€” il livello piĆ¹ alto degli ultimi 18 mesi. Un numero che racconta molto piĆ¹ di quanto sembri: Bitcoin oggi si muove insieme al sistema che voleva sfidare. Quando anche la politica (di palazzo) entra in gioco... Trump, oggi di nuovo sulla scena, ha annunciato la creazione di una riserva strategica di Bitcoin da parte del Tesoro USA. Un gesto che ha fatto notizia, certo. Ma anche riflettere. PerchĆ© se Bitcoin era nato come moneta fuori dal controllo statale, ora ĆØ lo Stato stesso a detenerlo, a normarlo, persino ad investirci. Trump ha anche preso una posizione netta contro lā€™adozione di una CBDC americana, sostenendo la necessitĆ  di tutelare la libertĆ  economica. Eppure, nel farlo, ha finito per incorporare Bitcoin nelle logiche di potere tradizionali, togliendogli un poā€™ di quellā€™aura di rottura che aveva allā€™inizio. Mi viene in mente il punk. Anche lui era nato come rottura totale: suoni grezzi, rabbia pura, controcultura fatta a chitarre scordate e fanzine fotocopiate. Poi arrivarono le etichette discografiche, MTV, i tour sponsorizzati. Il punk non ĆØ morto, ma ha cambiato pelle. ƈ diventato unā€™estetica, un genere. Il suo spirito di rottura si ĆØ fatto spazio anche dentro il sistema che voleva combattere. Bitcoin sta facendo lo stesso viaggio. Ha perso un poā€™ del suo caos iniziale, ma ha guadagnato spazio, legittimitĆ , persino potere. E come per il punk, la fiamma non si spegne. Resiste nei margini, nei luoghi dove serve davvero, nei wallet di chi non ha alternative. La veritĆ  forse ĆØ questa: non ĆØ lui che ha tradito le sue origini, siamo noi che abbiamo dimenticato perchĆ© ce ne siamo innamorati. E magari, tra una stretta monetaria e un ETF, il cuore di Bitcoin batte ancora. PiĆ¹ silenzioso, piĆ¹ sommerso ma non spento. Mdl Shenzen, Cina quasi ora di pranzo Domenica 13 Aprile 2025

Il Bananone gioca con i mercati e Jerome  Powell?

Le recenti mosse protezionistiche del presidente Donald Trump hanno scosso profondamente i mercati finanziari globali, portando a un crollo significativo delle borse. L'annuncio di dazi del 10% su tutte le importazioni e fino al 60% sui beni cinesi ha innescato una reazione a catena, culminata in una massiccia svendita di azioni e in una crescente paura di una recessione globale.ā€‹ La reazione dei mercati non si ĆØ fatta attendere. Wall Street ha registrato perdite per oltre 5.000 miliardi di dollari, con il Dow Jones in calo del 2,66%, l'S&P 500 del 3,01% e il Nasdaq del 3,32%. Queste flessioni seguono una giornata precedente giĆ  negativa, segnando uno dei peggiori cali dal 2020 . Anche le borse europee hanno subito pesanti perdite: il pan-European STOXX 600 ĆØ sceso del 3,1%, entrando in una fase di correzione con un calo superiore al 10% rispetto ai massimi di marzo.ā€‹ In Italia, Piazza Affari ha subito un tracollo significativo. L'indice FTSE MIB ha chiuso in ribasso del 6,5%, cancellando 47 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato, in quello che ĆØ stato uno dei peggiori crolli nella storia della borsa italiana. Il settore bancario ĆØ stato particolarmente colpito, con titoli come BPER Banca, UniCredit e Intesa Sanpaolo che hanno registrato ribassi significativi. ā€‹ Il settore bancario ĆØ stato particolarmente colpito. Le azioni delle principali banche europee sono scese dell'8%, trascinando al ribasso l'intero indice STOXX Europe 600. Negli Stati Uniti, istituti come JPMorgan Chase, Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno registrato cali significativi, mentre in Giappone le megabanche hanno subito le peggiori perdite settimanali dal 2008 .ā€‹ La Cina ha risposto imponendo dazi del 34% su tutti i beni statunitensi, intensificando le tensioni commerciali e alimentando le preoccupazioni per una possibile recessione globale. JPMorgan Chase ha aumentato le probabilitĆ  di una recessione mondiale dal 40% al 60% . L'incertezza sulle future politiche commerciali ha ulteriormente destabilizzato gli investitori, contribuendo alla volatilitĆ  dei mercati.ā€‹ In questo contesto turbolento, il presidente Trump ha pubblicamente criticato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, esortandolo a tagliare immediatamente i tassi di interesse. Trump attribuisce alla Fed la responsabilitĆ  delle attuali difficoltĆ  economiche, mentre Powell avverte che i dazi potrebbero portare a un aumento dell'inflazione e della disoccupazione, sottolineando la necessitĆ  di una politica monetaria prudente.ā€‹ Dietro il caos di questi giorni si fa largo una teoria tanto inquietante quanto strategica: Donald Trump potrebbe aver volutamente scatenato la tempesta finanziaria attraverso l'imposizione dei dazi per costringere Jerome Powell ā€“ presidente della Federal Reserve ā€“ a tagliare i tassi di interesse prima delle elezioni. L'inflazione indotta dai dazi, unita al panico dei mercati, aumenta il rischio di recessione. Secondo alcuni osservatori, questo contesto potrebbe creare la giustificazione ideale per una mossa accomodante da parte della Fed. Trump, che da anni accusa Powell di essere un ostacolo alla sua agenda economica, ha giĆ  iniziato a twittare accuse dirette, chiedendo ā€œunā€™azione immediata per tagliare i tassi e proteggere lā€™economia americanaā€. Il Wall Street Journal, in un'analisi pubblicata il 3 aprile, ha evidenziato come lā€™incertezza generata ad arte sulle future relazioni commerciali possa essere parte di una strategia deliberata per spingere Powell a intervenire con un taglio dei tassi. Anche JPMorgan Chase ha fatto notare lā€™insolita tempistica delle dichiarazioni e delle misure annunciate, sottolineando come lā€™attuale caos sui mercati sia ā€œin parte autoindottoā€ e alimentato da segnali contraddittori provenienti dalla Casa Bianca. Quella che stiamo vivendo non ĆØ solo una crisi di mercato: ĆØ la dimostrazione brutale di cosa accade quando il potere politico viene messo nelle mani di chi tratta lā€™economia globale come un casinĆ² personale. Donald Trump ĆØ un manipolatore seriale del sistema, un uomo che ha dimostrato piĆ¹ volte di essere disposto a seminare il caos pur di ottenere un vantaggio politico temporaneo, anche se in questo caso le sue operazioni possono rivelarsi un boomerang. Trump incarna quel neoliberismo autoritario che distrugge, divide e poi si presenta come salvifico. Serve una risposta chiara, radicale, collettiva: riprendere il controllo dei processi economici, porre fine alla dittatura dei mercati e spezzare lā€™alleanza perversa tra potere politico e finanza speculativa. Mdl 4 aprile 2025 tarda sera Buenos Aires

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